Aspettando dal 15 al 21 dicembre al Cinema il docufilm Il mio amico Massimo, che lo racconta attraverso i ricordi degli amici, ripercorriamo i luoghi che hanno segnato la storia di Massimo Troisi.
«Quello che scoprirete oggi è un Massimo visto attraverso gli occhi di tutti quelli che, come me, hanno avuto la fortuna di essere ispirati dalle sue straordinarie intuizioni di uomo e di artista»: il docufilm di Alessandro Bencivenga, con le voci narranti di Lello Arena e Cloris Brosca, è un vero e proprio viaggio nel tempo alla scoperta di Massimo Troisi, attraverso il ricordo degli amici e degli artisti che hanno condiviso il suo percorso.
Un emozionante omaggio che vivremo insieme al Cinema dal 15 al 21 dicembre: ci prepariamo ripercorrendo i luoghi che hanno segnato il percorso umano e artistico dell’indimenticabile Massimo.
Tutto inizia qui, il 19 febbraio del 1953. Nei ricordi degli amici d’infanzia scopriamo – nelle strade e nella piazza che oggi porta il suo nome – un Massimo vivace e dal grande carisma, appassionato di calcio, e sempre pronto a sgattaiolare al Cinema Diana, dove nasce la sua passione per i film. Anche il Troisi artista nasce qui, con i primi spettacoli nel teatro parrocchiale, la creazione del gruppo “Rh-Negativo” e il trasloco forzato – dati i temi di attualità affrontati nello spettacolo Crocifissioni d’oggi– in uno spazio più idoneo, con la fondazione del Centro Teatro Spazio.
A San Giorgio a Cremano vive anche Gaetano, il protagonista del suo debutto cinematografico Ricomincio da tre: nelle prime scene della pellicola del 1981 vincitrice di due David di Donatello (Miglior film e Miglior attore protagonista a Troisi), appare la storica Villa Vannucchi, mentre Raffaele (Lello Arena) chiama a gran voce «Gaetano!».
Ma se Gaetano va in cerca di una nuova vita a Firenze, Troisi ha già superato i confini del paese natio da anni. Nel 1977 infatti lo spettacolo che lo vede insieme a Lello Arena ed Enzo Decaro è approdato sul palco del Teatro Sancarluccio di Napoli: è ufficialmente nato il trio La Smorfia.
Dai palchi di Napoli all’Italia intera, passando per gli studi Rai di Torino: gli irresistibili sketch del trio – che rivediamo insieme a moltissime scene indimenticabili in Il mio amico Massimo – approdano in televisione. Il programma è l’innovativo Non stop, autentica fucina di talenti della comicità nata da un’idea di Pippo Baudo, che li vorrà anche nel varietà del sabato sera del 1979 Luna Park.
Dopo il successo sul grande schermo di Ricomincio da tre, Troisi torna in tv con il finto reportage Morto Troisi, viva Troisi!, dove inscena la sua morte. E poi ancora cinema: come attore in No grazie, il caffè mi rende nervoso di Lodovico Gasparini (da un suo soggetto), di nuovo anche alla regia con Scusate il ritardo.
viaggi nel tempo (e tappe saltate)
Ormai Massimo Troisi è un simbolo di Napoli a tutti gli effetti. Ma questo non gli impedisce di viaggiare, anche nel tempo: nel 1984 arriva al Cinema Non ci resta che piangere, in coppia con Roberto Benigni. Il passaggio a livello della località toscana immaginaria di Frittole diventa il punto di partenza di un viaggio indimenticabile, costellato di incontri surreali e illustri, come quello con un certo Leonardo Da Vinci.
Torna invece da Lourdes il treno di Le vie del Signore sono finite (1987), mentre diretto da Ettore Scola Troisi viaggia tra Civitavecchia (Che ora è, insieme a Marcello Mastroianni, che vede entrambi premiati con la Coppa Volpi a Venezia), Arpino (Splendor sempre accanto a Mastroianni) e la Guascogna: ne Il viaggio di Capitan Fracassa è Pulcinella.
Come raccontato ne Il mio amico Massimo, c’è invece una tappa che Massimo Troisi ha disertato: Sanremo. Invitato nel 1981 come ospite al Festival, darà forfait all’ultimo minuto, a causa delle ingerenze della RAI, che tentò di moderare il suo monologo, e di impedirgli l’improvvisazione.
Pantelleria, Salina, e infine Procida: il set de Il postino è l’ultima tappa del viaggio di Massimo Troisi. L’aggravarsi delle sue condizioni di salute rendono la lavorazione del film particolarmente faticosa per l’attore: ad accompagnarlo come controfigura e sostenerlo c’è Gerardo Ferrara, che vediamo ne Il mio amico Massimo in una partecipazione speciale.
Poche ore dopo la fine delle riprese, il 4 giugno 1994, il cammino di Massimo Troisi si conclude prematuramente. È una perdita drammatica per la famiglia, per gli amici, per gli artisti con cui ha collaborato… e per tutti quelli che lo hanno amato, sul palco e sullo schermo.
Eppure il viaggio continua: nel ricordo di un uomo straordinario, e nell’eredità di un grandissimo artista.