Riccardo Milani ha colto l’essenza dell’artista e dell’uomo Giorgio Gaber con il documentario Io, Noi e Gaber.
Il personaggio talentuoso e carismatico che ha incantato il pubblico per molti anni, nato a Milano il 25 Gennaio 1939, ha vissuto una vita piena affermandosi come uno degli artisti più influenti nel mondo dello spettacolo italiano. In occasione dell’uscita di questo documentario ricco di aneddoti e curiosità su Gaber uomo, padre, artista e creativo, ripercorriamo alcuni aspetti che forse non conoscete su di lui e sulla sua straordinaria carriera.
Il vero nome di Giorgio Gaber è Giorgio Gaberščik e il suo cognome di origine slovena indica la provenienza della sua famiglia medio borghese. Il padre era impiegato e di origini triestine e la madre casalinga. Dall’età di soli 8 anni ha lottato con la poliomielite che lo ha colpito due volte, causandogli la paralisi temporanea di una mano. Il padre gli regalò una chitarra proprio per provare a contrastare la malattia e recuperare l’uso della mano, e Gaber imparò a suonare seguendo l’esempio del fratello maggiore Marcello. I suoi idoli in questo senso sono sempre stati Tal Farlow e Billy Bauer, due famosi chitarristi jazz.
Oltre a regalare al pubblico brani rimasti nella storia della musica italiana tra i primi esponenti del rock’n’roll in Italia, Giorgio Gaber (o meglio, il Signor G.) ha lasciato il segno anche come autore teatrale, pioniere insieme al sodale Sandro Luporini del genere del Teatro Canzone. Nel 2004 è nata anche la Fondazione Giorgio Gaber che in suo onore organizza il Festival teatro canzone con passione e attenzione alla creatività e al talento degli artisti coinvolti. La sua carriera musicale è iniziata con il gruppo di Ghigo Agosti, anche se molta ispirazione è venuta dalla sua frequentazione con Jannacci e Luigi Tenco durante la gioventù.
Durante gli anni dell’università Gaber è stato notato e ha debuttato a Il Musichiere, che ha decretato il suo successo facendolo conoscere al grande pubblico. Negli anni ’60 è stato più volte a Sanremo, ma soprattutto ha abitato il piccolo schermo come conduttore. Nonostante la fama, si è poi distaccato dalla televisione, sentendo più adatto alla sua personalità e ai suoi ideali il teatro. Tornerà in tv un’ultima volta nel programma dell’amico Adriano Celentano nel 2001, per una memorabile partita a carte sulle note di Ho visto un re insieme anche a Antonio Albanese, Dario Fo e Enzo Jannacci.
Nel 1965 Giorgio Gaber sposa la cantante Ombretta Colli. Il matrimonio, celebrato all’abbazia di Chiaravalle, è durato fino alla scomparsa del cantautore nel 2003 a Montemagno di Camaiore in seguito a un cancro ai polmoni. Gaber ha sempre vissuto con la sua famiglia in una casa di campagna nel luogo dove si è spento alla soglia dei 64 anni. La figlia Dalia Deborah nata nel 1966 è una delle voci del documentario di Milani, che ha presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023 con orgoglio e commozione.