Per qualcuno è stata la rockstar della lirica, per altri un’icona di stile, per altri ancora semplicemente una leggenda immortale. Su di lei si è detto e scritto di tutto: finalmente con Maria By Callas, dal 16 al 18 aprile, potremo ascoltare la versione della Divina.
Per qualcuno è stata la rockstar della lirica, per altri un’icona di stile, per altri ancora semplicemente una leggenda immortale. Su di lei si è detto e scritto di tutto: finalmente con Maria By Callas, dal 16 al 18 aprile, potremo ascoltare la versione della Divina.
Il regista Tom Volf infatti, tra rare immagini d’epoca e lettere inedite, ci permette di conoscere la storia dell’artista (e della donna), attraverso le sue parole e i suoi pensieri, che prendono vita con la voce della grande Anna Bonaiuto. In attesa di incontrare Maria sul grande schermo, ci avviciniamo al suo mondo con tre citazioni tratte dal film.
Sin dall’infanzia Maria Callas ha coltivato il suo talento studiando canto, per volere di sua madre che la iscrisse al conservatorio a tredici anni, nonostante l’età minima fosse diciassette anni, ma la sua eccezionale altezza le permise di barare e ottenere il posto sperato. Quello con il canto è stato un grande amore, ma anche fonte di enormi sofferenze, sia per la fatica e la dedizione che lo studio e il lavoro richiedevano, sia perchè l’aspettativa del suo pubblico (a cominciare proprio da sua madre) fu sempre altissima, tanto da non potersi mai sottrarre, ritenendo che il destino avesse scelto per lei quella strada. Ed è così che ha vissuto Maria Callas, la donna e la diva, con modestia ed orgoglio, incatenata ai suoi grandi amori e al tempo stesso “sempre libera” come la sua Violetta!
Il ritratto di Maria Callas che emerge dal film di Tom Volf racconta proprio questo: di un’artista che si è donata completamente al pubblico e all’arte e di una donna che ha desiderato semplicemente di essere amata come Maria.
In questa frase è racchiusa tutta la grandezza della Callas, consapevole del suo talento, ma al tempo stesso dipendente dall’amore e dalla corrispondenza con il suo pubblico, come fosse esso stesso nutrimento per la sua arte. La Callas era solita ricordare un’indicazione molto precisa e preziosa del suo amato Vincenzo Bellini il quale sosteneva la necessità per un artista di “accendersi” nell’interpretare un ruolo, ovvero di conferirgli verità e personalità affinchè parole come “ti amo”, “ti adoro” non risultassero mai false nel canto.
In questo senso la Callas non è mai stata solo una voce ma in lei hanno sempre convissuto, la donna, l’artista, la leggenda e il mito.
L’eredità che Maria Callas ci lascia è gigantesca, il suo essere un tutt’uno col suo canto fa di lei un vero tramite con l’arte, qualcosa per cui tutti noi le siamo e le saremo sempre grati. Il melodramma sono stati per la Callas la lingua attraverso cui ha parlato al mondo e ha raccontato i suoi dolori, le sue fragilità, la sua forza e la sua fierezza; ed è per questo che forse ha iniziato a spegnersi nel momento stesso in cui ha provato a mettere la musica in secondo piano, per cercare di vivere la vita reale, l’amore, la passione umana. Ma se le delusioni hanno reso questo aspetto della sua esistenza doloroso, tutto l’amore che è riuscita a trasmettere con l’arte le è stato certamente restituito e corrisposto dal mondo intero, che allora era disposto a passare notti all’addiaccio pur di assicurarsi un biglietto per un suo concerto (o a distruggerla se -come accadde- avesse cancellato un’esibizione) e oggi, a distanza di oltre 40 anni dalla sua morte, ne celebra ancora il talento e l’umanità.
Proprio da questo legame speciale con gli spettatori nasce il mito della Callas, la stella del canto che ancora oggi continua a brillare.
Incontrala al cinema dal 16 al 18 aprile con Maria By Callas.