I temi dell’immigrazione e dell’integrazione sono al centro di Cosa dirà la gente, pellicola firmata da Iram Haq e basata sulla sua storia.
Un film intenso che ci accompagna tra le dinamiche sociali delle seconde generazioni, strette tra i due fuochi della cultura del paese origine e di quella di approdo: una riflessione che ha attraversato il cinema degli ultimi decenni.
Sognando Beckham (2002), per la regia di Gurinder Chadha, affronta il tema dell’integrazione mescolando i toni della commedia e del dramma, e unendo stilemi tipici del cinema di Bollywood con quelli di stampo europeo. Jess vive a Londra con la sua famiglia di origini indiane, nutre un’enorme passione per il calcio e sogna di poter eguagliare un giorno le gesta del suo idolo, David Beckham. Un giorno incontra Jules, una calciatrice che la invita ad unirsi alla squadra locale.
Ma le resistenze della famiglia di Jess non si fanno attendere: allarmati da comportamenti ritenuti poco femminili e per nulla consoni alla cultura hindi, i genitori ostacoleranno le aspirazioni della figlia. Quella che nasce come una semplice passione sportiva, si evolverà però man mano in un legame sentimentale che andrà persino oltre i confini di genere.
Chi, meglio di Fatih Akin, potrebbe raccontare l’universo delle seconde generazioni della Germania contemporanea? Nato in Germania ma di chiare origini turche, con La sposa turca (2004) il regista tedesco affronta il tema delle seconde generazioni attraverso la lente di due personaggi costretti a fronteggiare la marginalità: Chait, che dopo la scomparsa della moglie è sull’orlo dell’alcolismo, e Sibel, figlia di immigrati turchi che desidera sottrarsi alle restrizioni familiari.
La loro unione pare essere una spudorata copertura, finché i due si renderanno conto che non è possibile frenare i sentimenti e saranno trascinati in un vortice di sofferenza e desiderio.
La poetica di Ken Loach gravita spesso attorno a tematiche scottanti. Ne è un fulgido esempio Un bacio appassionato (2004), coinvolgente storia di due giovani ragazzi costretti a fare i conti con i rispettivi retaggi culturali. Cassim è un dj di origini pakistane nato a Glasgow; Roisin, è una cattolica divorziata.
Il film di Loach non scandaglia soltanto i turbamenti di due innamorati costretti a fare i conti con le rispettive restrizioni religiose – più o meno stringenti –, ma anche il più ampio dibattito che verte sulla possibilità di conciliare la libertà individuale con un qualsivoglia credo religioso.
La commedia di Damien O’Donnell East is East (1999) narra le vicende della famiglia Khan. Il padre, Jahangir, è nativo del Pakistan ed ha sposato Ella, inglese. Dal loro matrimonio nascono sette figli, e ciascuno tenta di affrancarsi dai vincoli di una religione vissuta con una certa intransigenza dal padre: egli vorrebbe una stretta osservanza dei canoni religiosi (matrimoni combinati, divieto di consumare carne, circoncisioni) per non far cadere l’onta del disonore sull’intera famiglia.
Firmato dal grande Clint Eastwood, Gran Torino (2008) si caratterizza per una complessità di sguardo ed analisi che va ben oltre la semplice dinamica dell’integrazione multiculturale. Nei sobborghi di un’America sempre più drammaticamente segnata dalla marginalità, il tema dell’immigrazione – rappresentato dall’incontro tra il giovane Thao, appartenente ad una comunità Hmong che, in seguito alla guerra in Corea, si è stabilita in America ma continua a vivere secondo le proprie tradizioni ed un veterano della stessa guerra – lo scorbutico e diffidente Walt – diventa un pretesto narrativo per un dramma avvincente e dagli sviluppi inaspettati.
Storie diverse, ognuna delle quali ci racconta qualcosa del nostro mondo. Come Cosa dirà la gente: una riflessione intensa e coinvolgente sui temi dell’integrazione nel mondo multiculturale.