Il più impegnato dei registi è tornato a raccontare la realtà con Sorry We Missed You: ripercorriamo il viaggio del cinema libero di Ken Loach.
Padre del cinema sociale inglese, attivista politico e attento osservatore della condizione operaia britannica: dopo più di cinquant’anni Ken Loach è ancora uno dei cineasti più importanti e sensibili del cinema europeo.
Nell’arco della sua lunga carriera ha mostrato al pubblico le ingiustizie e le oppressioni che la società capitalistica impone agli individui; seguendo la metodologia di una ricerca sociologica ha descritto acutamente le relazioni tra le persone e il contesto in cui vivono.
Il fulcro del cinema di Loach sono i suoi personaggi, sempre determinati e pieni di una forza d’animo che li spinge a reagire alle storture della realtà: proprio come Ricky, protagonista con la sua famiglia di Sorry We Missed You.
Proveniente da una famiglia operaia, Loach ha debuttato al cinema nel 1967 con Poor Cow, ma è grazie ai suoi documentari e programmi TV (molti dei quali soggetti a censura durante il governo di Margaret Tatcher) che riesce a raccontare il clima politico e sociale nell’Inghilterra degli anni Settanta e Ottanta.
Negli anni Novanta gira sette film, e in ognuno di essi dona voce a una specifica problematica: alle vittime di abusi ne L’agenda nascosta (1990), ai bersagli delle riforme del tatcherismo in Riff Raff (1991), alla disperazione dei disoccupati in Piovono pietre (1993), agli oppressi dalla dittatura in Terra e Libertà (1995) e La canzone di Carla (1996), agli alcolisti in My name is Joe (1998).
Nei personaggi di Loach si resta impigliati. Le loro vite ed esperienze contagiano lo spettatore, che impara così a conoscere la realtà dei clandestini messicani (Bread and Roses, 2000), le difficoltà degli adolescenti (Sweet Sixteen, 2002), degli uomini impegnati in guerra (Il vento che accarezza l’erba, Palma d’oro a Cannes nel 2006), degli attivisti (Jimmy’s Hall, 2014), di un uomo vittima dei meccanismi ferrei della burocrazia (Io, Daniel Blake, Palma d’oro 2016).
Far riflettere, aprire gli occhi su realtà spesso ignorate, aprire l’anima dando voce alle persone comuni e ai loro mondi: con il suo inconfondibile tocco battagliero e la capacità di generare empatia, Ken Loach ha portato le sue storie in tutto il mondo, trovando un palcoscenico d’elezione nel Festival di Cannes,
Proprio sulla Croisette ha presentato il suo ultimo, potente lavoro: Sorry we missed you, con il quale il regista ha voluto dare spazio alle feroci conseguenze che il nuovo mercato economico sta imponendo alle famiglie.
Abby e Ricky sono una coppia che cerca di far fronte al crack finanziario del 2008 adattandosi a dei lavori precari, assistente domiciliare agli anziani lei e autista-fattorino lui. Nonostante il grande impegno, i due si accorgono che il sogno di essere dei lavoratori indipendenti è in realtà una mera illusione.
Le lusinghe e le trappole della cosiddetta Gig Economy, per la prima volta raccontati in un film che non può lasciare indifferenti.