In occasione dell’uscita in home video dell’edizione speciale di Ennio, che contiene il Blu ray 4K UHD con nuovo mix Atmos, abbiamo intervistato l’ingegnere del suono Fabio Venturi, storico collaboratore del Maestro Morricone e vincitore del David di Donatello per il documentario diretto da Giuseppe Tornatore.
Ha collaborato per tre decenni con Morricone: com’era lavorare con il Maestro? Quale ricordo conserva con più affetto, e qual è l’insegnamento più grande che ha ricevuto da lui?
Ennio Morricone era solito affrontare con grande serietà il suo lavoro, qualunque fosse la portata dell’incarico ricevuto, dal grande film al breve spot pubblicitario, e questo non solo per un suo metodo, ma anche perché per lui qualsiasi lavoro poteva rappresentare una chance per sperimentare, per trovare nuove strade artistiche, e un’occasione per progredire nella sua professione.
Per citare uno degli ultimi lavori fatti insieme, The Hateful Eight di Quentin Tarantino, l’intenzione di Morricone era quella di non riproporre la sua musica da film Western, già conosciuta, ma di partire da quella musica e reinventarla, senza cadere cioè nei modelli che lui stesso aveva creato.
Quindi lavorare con lui mi ha indubbiamente insegnato il rigore nella professione, in quanto essendo Egli severo con se stesso, pretendeva il massimo anche da tutte le persone che lavoravano con lui, pur rimanendo sempre capace di riconoscere gli sforzi e l’impegno di tutti. E poi non dava nulla per scontato, neanche l’apprezzamento del suo lavoro, che era sempre pronto a rimettere in discussione a servizio dell’opera a cui era intento.
Naturalmente di questi 32 anni di lavoro con il Maestro, conservo anche molti ricordi personali, sicuramente tra questi i numerosi viaggi fatti insieme per i concerti e tanti momenti privati, come le partite a carte nell’attesa di un volo o le chiacchierate del più e del meno nelle pause del lavoro in studio.
Dal punto di vista tecnico, il film Ennio è stato un grande lavoro di pulizia e rimissaggio del materiale a disposizione, dagli spezzoni di film agli inserti di musica registrata in studio, di cui nel corso degli anni mi sono mi premurato di conservare le tracce separate. Questo lavoro fatto a suo tempo per la versione 5.1 cinematografica prima e per l’home video poi, in questa nuova edizione è stato rielaborato nel formato Atmos.
A mio parere la nuova versione offre sicuramente un’esperienza di ascolto più totale, che coinvolgerà l’ascoltatore in maniera ancora più profonda di quanto fatto con la versione 5.1. Tenendo conto che Ennio stesso era sempre molto attento a quella che lui chiamava “la trasmissione del suono” (noi siamo stati tra i primi in Europa ad utilizzare, per concerti che ospitavano audience di più di 10.000 persone, sistemi di ascolto immersivi), credo che questo cofanetto in Dolby Atmos, vada proprio incontro alle intenzioni costantemente perseguite dal Maestro, ovvero la ricerca di un’esperienza di ascolto sempre migliore da offrire al fruitore dell’opera.
La difficoltà più importante è stata quella di mettere insieme materiali video, e di conseguenza audio, di provenienze tutte diverse, che andavano dagli anni ’40 ai giorni nostri. Sto parlando di circa 180 brani, le cui sonorità sono state innanzitutto uniformate tra di loro; quindi abbiamo risolto i vari problemi legati alla conservazione più o meno buona delle tracce tramite tecniche di restauro audio e infine ricreato le condizioni perché tutti i passaggi dalle interviste agli spezzoni dei film, alle immagini di repertorio tv, fossero coerenti tra loro e le musiche aderenti alle durate delle scene.
Questa, della ricerca del sincronismo perfetto tra scena e musica, era una pratica consueta nel lavoro con Morricone sui film. Riadattare la registrazione del brano musicale al montaggio del film, che spesso subisce cambiamenti dal momento della registrazione della musica alla versione finale, è un processo tipico della produzione della colonna sonora a cui Morricone si dedicava in maniera molto efficace. A maggior ragione, in un film come questo il lavoro è stato ancora più impegnativo, non essendo le musiche state concepite per le scene su cui sono state impiegate.
Ricreare l’atmosfera che richiedeva il regista, tenendo conto delle lunghezze e dei vari sincroni, è stata decisamente la sfida maggiore dal punto di vista tecnico. Sono molto contento che tutto questo lavoro sul suono abbia avuto alla fine un riconoscimento importante come il David di Donatello, oltre ai moltissimi riscontri positivi ricevuti da colleghi, musicisti e tecnici, che hanno compreso la complessità di quest’opera cinematografica e musicale.
2 DISCHI + libretto
Disco 1: Blu ray 4K UHD con nuovo mix Atmos realizzato con la supervisione del regista Giuseppe Tornatore e dell’ingegnere del suono Fabio Venturi.
Disco 2: Blu ray con Film in 2K e contenuti extra