Spacconi, a volte burberi, un po’ sbruffoni… sempre irresistibili: sono i “gradassi” che ci hanno conquistato al Cinema, al grido di «Io so’ io, e voi..» Un elenco di personaggi iconici, ai quali si aggiunge Marco Giallini nei panni de Il Principe di Roma.
Dal Marchese del Grillo di Alberto Sordi a Vittorio Gassman ne Il Sorpasso, dalle mandrakate di Gigi Proietti ai coatti di Carlo Verdone… personaggi non certo esemplari, ma decisamente indimenticabili. Un elenco di icone imperfette della romanità, alle quali si aggiunge Bartolomeo Proietti, l’aspirante nobile interpretato da Marco Giallini ne Il principe di Roma.
Un gradasso in piena regola, che si troverà catapultato in un viaggio straordinario tra passato, presente e futuro, accompagnato dai “fantasmi storici” che secondo la tradizione si aggirano per la città eterna: Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Papa Borgia.
Romanità all’ennesima potenza, e un indimenticabile Alberto Sordi “doppio”, per una commedia semplicemente iconica, caratterizzata da quell’ironia feroce di cui Mario Monicelli è stato l’indiscusso maestro. Ambientato nella Roma papalina (proprio come il film di Edoardo Falcone in arrivo dal 17 novembre in sala), Il Marchese del Grillo racconta le gesta goliardiche dello sfaccendato Onofrio del Grillo alla Corte di Papa Pio VII.
Le sue giornate di scherzi e bisbocce, affrontate con il piglio sbruffone di chi ha la certezza di rimanere sempre impunito, raggiungono l’apoteosi quando il Marchese incontra il povero carbonaio avvinazzato Gasperino, suo perfetto sosia, e decide di farsi sostituire da lui. Facendola, ovviamente, franca.
Due decenni prima, un altro gigante della recitazione incarna un personaggio decisamente non edificante, ma dall’indubbio fascino. Vittorio Gassman (ma pare che il ruolo fosse stato inizialmente scritto proprio per Sordi) è il nullafacente Bruno Cortona ne Il sorpasso, capolavoro di Dino Risi che ci porta nell’Italia del boom economico.
Siamo a Ferragosto. Al volante della mitica Lancia Aurelia, l’esuberante e cinico Bruno sfreccia verso il mare della Toscana. È partito da Roma, con a bordo Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), morigerato studente di legge («non bevi, non fumi, non sai nemmeno guidare la macchina… ma ti godi la vita tu?») rimasto in città per preparare gli esami.
La schiacciante personalità di Bruno trascina il giovane in un viaggio iniziatico, dove la tristezza è bandita, le responsabilità anche, e l’edonismo sembra l’unico credo. Un viaggio che – a causa di un sorpasso azzardato – avrà un epilogo tragico.
Nei suoi indimenticabili sketch il grande Gigi Proietti ha spesso vestito i panni del gradasso. Lo fa anche nella commedia firmata da Steno nel 1976, ambientata nel mondo degli scommettitori dell’ippica, e diventata un vero cult, quasi a sorpresa.
In Febbre da cavallo interpreta Bruno Fioretti, o meglio Mandrake: indossatore dal “sorriso magico” e aspirante attore, alla perenne ricerca di soldi per le scommesse insieme all’amico Er Pomata (Enrico Montesano), tra escamotage (mandrakate) di ogni tipo e improbabili caroselli per il Vat 69. Esasperata dal suo essere irresponsabile e millantatore, la fidanzata Gabriella (Catherine Spaak), decide di dargli una lezione.
Tra travestimenti, bugie e cavalli vincenti si finirà in tribunale… ma solo per scoprire che anche il giudice è uno scommettitore incallito, e cavarsela ancora una volta.
Sin dagli esordi Carlo Verdone ha saputo raccontare vizi e virtù dei romani e degli italiani, attraverso personaggi memorabili. Tra questi anche due perfetti testimonial della “gradassità”: Ivano, il coatto arricchito in viaggio di nozze con la novella sposa Jessica (Claudia Gerini), all’insegna del «lo famo strano»; e soprattutto Armando Feroci, ovvero il Gallo Cedrone del film omonimo.
Becero, immaturo, superficiale, il Gallo Cedrone trascina chi lo circonda in una serie di avventati e sfortunati eventi. Dai quali, ovviamente, esce impunito, e per niente pentito.