Di Letizia Rogolino*

Juliette Binoche è arrivata nella capitale per presentare – nella  sezione Best Of della Festa del Cinema di Roma 2023 – The Pot au Feu (La Passion de Dodin Bouffant), il film di Trần Anh Hùng ambientato nella Francia di fine ‘800 che ha vinto la miglior regia a Cannes e rappresenterà la Francia ai prossimi Academy Awards 2024, di cui è protagonista insieme a Benoît Magimel, nei panni del famoso gastronomo Dodin Bouffant, che cucina per un gruppo di amici e per Eugénie, la sua collaboratrice e compagna di vita da vent’anni.

La grande cucina di una villa immersa nel verde è la location principale inondata spesso da una calda luce estiva. Tra i fornelli si alternano odori, colori, vapori e piatti di ogni tipo che danzano ogni giorno sotto la guida meticolosa e appassionata di Dodin e Eugénie che sembrano protagonisti di una coreografia di gusto, devozione e amore.

Rischiare e creare con l’altro

“Mi ha conquistato il rapporto tra questo chef, questo inventore di ricette e colei che le realizza e le rende concrete. Questa creazione a due che si potrebbe paragonare al rapporto tra regista e attore mi ha sempre affascinata, perché rischiare e creare con l’altro è qualcosa di forte” ha dichiarato Juliette Binoche, che accompagnato il film a Roma.

“Bisogna dar posto per far vivere l’altro ed essere all’ascolto dal punto di vista verticale e orizzontale. La sceneggiatura è come una lettera d’amore, quando l’ho letta il mio personaggio non era molto approfondito ma poi lo abbiamo trasformato scrivendo una storia d’amore libera che rappresenta sia l’uno che l’altro” ha aggiunto l’attrice che ha condiviso la vita reale con il collega Magimel e, a tal proposito, ha osservato: “Con Benoît siamo stati insieme per anni e abbiamo una figlia, anche se siamo separati da molto tempo. Quindi recitare nuovamente con lui è stata una forma di riconciliazione per me e parlare d’amore attraverso le parole dello sceneggiatore ci ha permesso di esprimere alcuni sentimenti mai dichiarati per anni, confermando che in fondo l’amore è sempre amore”.

Il cibo è sicuramente protagonista di questo film, un dramma raffinato e delicato che ruota intorno a una storia d’amore fatta di sorrisi scambiati tra un soufflé e un maiale al forno, porte aperte di notte, sguardi complici e la condivisione di una passione viscerale per l’arte della cucina. Lo spettatore resta ipnotizzato dalla preparazione delle molteplici ricette tra antipasti, primi, secondi e dessert che animano le scene dall’inizio alla fine del film. “Sono piuttosto golosa, adoro l’Italia perchè le mie papille sono stuzzicate e perchè il cibo italiano è un cibo molto materno. Il vero comfort food per me infatti non è il junk food americano, ma il cibo italiano. Mi piacciono le cose semplici, ma amo il cibo buono”.

Binoche, che nel corso della sua straordinaria carriera ha interpretato personaggi femminili diversi, con Eugénie è contenta di aver portato sullo schermo una “donna che si impegna nell’auto-realizzazione, non ha bisogno di uomini per essere quello che è”. E ha aggiunto: “Io sono stata cresciuta da una madre femminista e mia nonna ha divorziato in un’epoca in cui il divorzio era molto raro. Da mia madre ho imparato ad essere indipendente e quando ho finito le scuole avevo solo la voglia di farcela da sola. Il primo fidanzato italiano mi ha salvato la vita e poi le cose sono avvenute in modo naturale”.

Il valore dell’indipendenza reciproca

Un grande impegno si nota tra gli attori, con gestualità da cuochi professionisti che hanno richiesto una preparazione adeguata, come ha sottolineato l’attrice in conferenza: “Sul set siamo stati affiancati dal famoso chef Pierre Garnier che ci ha aiutato a preparare i piatti con i gesti giusti, ma è vero che assaggiando abbiamo avuto il piacere di assaporare davvero”. Ma Binoche ha confermato che in fondo “non è stato difficile perchè Benoît e io cuciniamo molto. La cosa difficile era non bruciarsi, bisogna essere veloci a volte e in altri momenti bisogna conoscere la lentezza”.

“Questo film è attraversato dall’amore e dall’uragano che rappresenta la paura della morte” come ha detto l’attrice, e la forza è anche il legame tra Dodin e Eugénie che rappresenta un “raro rapporto di complicità di un matrimonio” che è difficile vedere al cinema. “Sì, è raro recitarlo e viverlo con Benoît davanti alla camera mi ha colpito perché ci ha permesso di rendere più dolci i sentimenti del passato. Fa bene vedere questo tipo di film, di storie perché c’è un’indipendenza reciproca e un profondo rispetto tra i due. L’amore può resistere solo se in fondo c’è rispetto”.

* Giornalista pubblicista, laureata al DAMS, ama il cinema e viaggiare. Scrive di film, serie tv e viaggi per varie testate, coltivando anche un lato social tra Instagram e Youtube. Multitasking e curiosa, lavora in varie forme nel settore della comunicazione. Si rilassa guidando, correndo all’aperto e suonando il banjo, o almeno ci prova.