Amarsi, perdersi, talvolta ritrovarsi. Mentre Past Lives di Celine Song arriva al cinema, ripercorriamo gli amori difficili raccontati sul grande schermo.
In una delle novelle raccolte ne Gli amori difficili, Italo Calvino parla dell’ombra insicura del ricordo. Forse è in quell’ombra che vivono anche le storie d’amore del passato: quelle vissute troppo presto, quelle interrotte, quelle rimaste sospese negli accadimenti della vita.
Alcune di queste storie sono diventate protagoniste sul grande schermo: proprio come in Past Lives, dove Celine Song attinge alla sua biografia per raccontare – attraverso i volti di Nora, Hae Sung e Arthur – le parti di noi stessi che perdiamo quando diventiamo le persone che siamo, e il modo in cui le nostre vite vengono modellate da chi amiamo, da chi ci ama. Aspettando in sala dal 14 febbraio questo film malinconico e delicato, riviviamo gli amori difficili rimasti nel cuore degli spettatori.
«Hai mai visto Eternal sunshine of the spotless mind?» chiede Nora a Hae Sung, mentre è in procinto di partire per una residenza artistica a Montauk. È proprio sulla spiaggia di questa località che inizia l’indimenticabile – è proprio il caso di dirlo – storia di Joel (Jim Carrey) e Clementine (Kate Winslet).
Nel film di Michael Gondry, premiato con l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale, vediamo Joel e Clementine impegnati in un continuo cancellarsi e ritrovarsi, in un crescendo di poesia che ci dimostra che il vero amore resiste anche alla rimozione dei ricordi.
Un musical contemporaneo firmato Damien Chazelle per raccontare l’amore com’è, come diventa, come finisce… e immaginare come sarebbe potuta andare. Nella City of stars Mia (una Emma Stone da Oscar) e Sebastian (Ryan Gosling) inseguono i propri sogni senza voltarsi indietro, nemmeno per l’amore.
Un amore interrotto, ma non finito: come ci ricorda quello sguardo finale che nessun sognatore è riuscito a dimenticare.
Da Los Angeles all’Italia, con Luca Guadagnino alla regia e James Ivory alla sceneggiatura, tratta dalle pagine di André Aciman. Elio (Timothée Chalamet) e Oliver (Armie Hammer) si incontrano in un’estate che cambierà tutto, racchiudendo in poche settimane tutto l’amore, il dolore, la nostalgia.
Ma soprattutto raccontando l’essenza dell’incontro di due anime, il loro fondersi: «Chiamami col tuo nome e io ti chiamerò col mio.»
Expectations – Reality: è alla commedia di Marc Webb che dobbiamo questo impietoso confronto tra aspettativa e realtà, divenuto poi meme universale. I 500 giorni del titolo condensano infatti tutte le fasi dell’amore tra il sognatore Tom (Joseph Gordon-Levitt) e l’inafferrabile Summer (Zooey Deschanel), e il suo inesorabile infrangersi contro la realtà.
Sebbene il narratore sottolinei dall’inizio che «Questa è la storia di lui e di una lei. Ma vale la pena chiarirlo subito: non è una storia d’amore», scena dopo scena, sulle note dei The Smiths, ci ritroviamo a pensare che forse è semplicemente la storia di un amore difficile. E che almeno una volta nella vita siamo stati Tom.
Dieci anni prima, il regista Peter Howitt ci aveva invece introdotti al concetto di Sliding Doors, grazie all’omonimo film interpretato da Gwyneth Paltrow e John Hannah. Le porte sono quelle della metropolitana: riuscire a salire prima che si chiudano, o meno, cambierà definitivamente il destino di Helen. In un caso rivoluzionerà interamente la sua vita (a partire da un taglio di capelli diventato iconico), nell’altro continuerà per mesi a condurre un’esistenza di sacrifici.
Ma c’è una costante: l’incontro con James, e la possibilità di un vero e improvviso amore. D’altronde, come dicevamo i Monthy Python, «nessuno si aspetta l’inquisizione spagnola».