In occasione dell’uscita in sala di Cosa Dirà la Gente, ripercorriamo le storie di alcune donne coraggiose che hanno saputo opporsi alle proibizioni e agli assurdi divieti imposti dalla società.
Prendendo spunto dalla propria esperienza personale, la regista Iram Haq con Cosa dirà la Gente porta sul grande schermo l’emozionante storia di Nisha e della sua emancipazione dalla famiglia d’origine e da una cultura tradizionalista che sente lontana.
In occasione dell’uscita in sala, ripercorriamo le storie di alcune donne coraggiose che hanno saputo opporsi alle proibizioni e agli assurdi divieti imposti dai governi dei loro paesi.
Gli stadi fanno spesso notizia… ma questa volta in modo davvero eccezionale. A fare il giro del mondo è una foto scattata sugli spalti dell’Azadi Stadium di Teheran: a prima vista immortala un semplice gruppo di tifosi, ma nasconde in realtà un coraggioso gesto di emancipazione.
Quello di Shabnam, Leili, Zeinab, Zahra e Mohadeseh: 5 sostenitrici del Persepolis che, per aggirare il divieto per le donne di andare allo stadio, vigente in Iran dal 1979, si sono armate di barbe finte e parrucche e hanno assistito alla partita travestite da uomo.
Un primo passo verso la libertà a volte passa dal pedale dell’accelerazione. E’ quello che finalmente le donne in Arabia Saudita possono spingere: da giugno 2017 infatti è caduto anche qui – unico paese al mondo che lo aveva mantenuto – il divieto per le donne di guidare.
Almeno al volante le donne si sono liberate così dell’ingombrante presenza di un “tutore” maschile, che resta però ancora necessario per tantissime altre attività: dall’apertura di un conto in banca fino all’accesso alla sanità.
In Turchia, nell’estate del 2014, la rivolta delle donne passò invece dai social. L’arma? Il sorriso. In reazione alle assurde dichiarazioni del vice primo ministro, che riteneva “peccaminoso” per una donna ridere in pubblico, le donne turche reagirono postando su Facebook e Twitter centinaia di primi piani e selfie sorridenti.
Rivendicando con un sorriso i loro diritti e la loro voglia di libertà, e seppellendo con una risata oscurantismo e divieti.
Ancora l’Iran, ancora lo sport come baluardo di libertà. La storia è quella di Nasim, una donna abituata a puntare in alto… dentro e fuor di metafora.
Attraverso l’arrampicata (a capo scoperto, con lo smalto rosa del quale non si separa mai) Nasim sta infatti girando il mondo, facendo conoscere la sua storia e portando ovunque un messaggio importante: in montagna, come nella vita, l’unico limite – per tutti, uomini e donne – deve essere quello della gravità.
Sfidano la gravità anche le ragazze e le bambine che in Afghanistan inseguono la propria emancipazione a bordo di uno skate, a fianco dei coetanei.
Rotelle e educazione sono gli ingredienti del progetto Skateistan, che da alcuni anni permette alle giovani e ai giovani afghani (e non solo) di muoversi più velocemente verso il proprio futuro.