La rassegna al cinema Quattro Fontane di Roma dal 10 al 20 dicembre, per vedere – o riscoprire – i capolavori di un grande maestro del cinema europeo.
In attesa di vedere il suo nuovo film, Perfect Days nei cinema italiani dal 4 gennaio dopo la trionfale accoglienza al Festival di Cannes (dove ha vinto la Palma d’oro per il migliore attore), Lucky Red e Circuito Cinema celebrano Wim Wenders con un’imperdibile retrospettiva, in collaborazione con la Wim Wenders Stiftung.
Dal 10 al 20 dicembre al cinema Quattro Fontane di Roma WENDERS DAYS propone al pubblico 23 film (più una proiezione a sorpresa) che ripercorrono cinquant’anni di carriera di uno dei decani del cinema europeo, dagli esordi di Prima del calcio di rigore (1972) a Il sale della terra (2014), passando per tutti i titoli che hanno fatto del grande regista tedesco uno dei nomi “di culto” per gli appassionati di cinema di tutto il mondo.
Nel calendario della rassegna ognuno troverà il Wenders del suo cuore: quello della “trilogia della strada” (Alice nelle città; Falso movimento; Nel corso del tempo) che incantò i cineclub degli anni ’70; quello delle trasferte americane di Paris, Texas (Palma d’oro a Cannes, qui nella versione appena restaurata) o La terra dell’abbondanza; il cinefilo che paga il proprio debito di riconoscenza ai suoi grandi maestri (dal Nicholas Ray di Lampi sull’acqua all’Ozu di Tokyo Ga); lo sguardo capace di catturare l’anima di una città, non solo la propria (Il cielo sopra Berlino; Lisbon Story); il teorico che riflette sul cinema di Lo Stato delle Cose e il documentarista trascinato dalle note di Buena Vista Social Club.
A ognuno l’augurio di ritrovare o scoprire per la prima volta, in questo viaggio nella memoria del cinema di Wenders le ragioni per cui il suo cinema ci accompagna da mezzo secolo, tra finzione e realtà, sperimentalismo e narrazione, raccontandoci ogni volta qualcosa di nuovo.
“Le persone in tutto il mondo hanno visto i miei film, molti ne sono stati influenzati e alcuni di questi film sono diventati dei classici o film di culto. In questo senso comunque non appartengono più a me, ma a una memoria collettiva di cinefili di ogni età e di molte nazionalità. Da molti anni desidero che in futuro il mio lavoro possa appartenere solo a se stesso, e quindi a tutti” Wim Wenders