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Woody Allen
L’amore è come un film (di Woody Allen)

Agrodolce, ironico, sorprendente, folle o malinconico: da sempre Woody Allen porta sul grande schermo l’Amore. Come in Un colpo di Fortuna, il suo cinquantesimo film in arrivo al Cinema.

Di Letizia Rogolino

Nell’ultimo film Un colpo di fortuna, presentato in anteprima a Venezia 80, Woody Allen racconta ancora una volta l’amore. La sua filmografia è ricca di storie guidate dal romanticismo, a volte ironico, a volte intellettuale, a volte poetico o polemico. Non si può negare che il regista newyorchese abbia imparato e insegnato tante cose sul meccanismo dell’amore: il romanticismo è centrale in tutti i film di Allen e, in questo articolo, vogliamo sottolineare alcune lezioni sull’amore che vengono fuori dalle storie che ci ha raccontato sul grande schermo dagli anni ’70 a oggi.

L’amore come antidoto alla nostalgia – Midnight in Paris (2011)

Gil (Owen Wilson) è uno scrittore ossessionato dal passato. Vive nel presente, ma guarda indietro ai giorni di gloria degli anni ’20 come al momento perfetto per vivere a Parigi. Un giorno, dopo aver discusso con sua moglie, esce per fare una passeggiata e si ritrova improvvisamente in quell’epoca. Il messaggio del film è che l’idea di un passato perfetto è qualcosa che esiste solo nell’immaginazione. Il vero modo per fare qualcosa nella tua vita è trovare e ritagliarti una personale “golden age”. Non c’è niente di sbagliato nella nostalgia a piccole dosi, ma vivere nel passato può rivelarsi altamente corrosivo.

Ciò che fa Midnight In Paris, con il suo finale pieno di speranza, è mostrare che incontrare qualcuno di nuovo potrebbe essere proprio l’antidoto perfetto.

L’amore può spingerti a fare follie – Il Dittatore dello stato libero di Bananas (1971)

Woody Allen interpreta il protagonista di questa commedia considerata tra le più divertenti della sua filmografia. Un racconto picaresco ambientato in un paese sudamericano non identificato in cui un uomo prova a farsi strada maldestramente in una giunta militare. Il motivo per cui quest’ultimo lascia New York per vivere questa avventura è una donna, l’attivista sociale Nancy interpretata da Louise Lasser, prima ex moglie del celebre regista nella vita reale. Lei gli chiede di impegnarsi in questioni sociali e inizia da subito la loro storia d’amore, ma dopo poco si lasciano e lui rischia la vita per provare a dimostrarle le sue capacità di leadership.

Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 si sono verificati molti sconvolgimenti per i diritti civili e i diritti delle donne e Woody Allen facendo questo film si è chiesto cosa motivasse i ragazzi del tempo. Si preoccupavano davvero dell’ordine e lo stato di salute del mondo o volevano solo fare colpo sulle ragazze? Tuttavia il film sottolinea come l’amore a volte può essere talmente potente da spingere gli uomini al sacrificio e alla guerra per seguirlo.

L’amore a volte può essere come in un film – Provaci ancora, Sam (1972)

Nel 1972 Woody Allen dirige e interpreta questa opera modernista in cui riflette molto su se stesso e segna una delle numerose collaborazioni con Diane Keaton. Allen interpreta qui un critico cinematografico cupo e neo divorziato che non si stanca mai di rivedere il film Casablanca fin quando una figura bogartiana appare nella sua vita dandogli consigli utili. Prende forma una riflessione sulla possibilità che la vita reale possa modellarsi secondo la magia di un film, tema esplorato anche nel film La Rosa Purpurea del Cairo sempre firmato da Allen.

Provaci ancora Sam si conferma un omaggio metanarrativo al potere di trasformazione del cinema, combaciando con Casablanca da un certo punto in poi della sceneggiatura, e dimostra che l’amore a volte può imitare i film, soprattutto quando la propria visione del mondo è modellata dalle numerose visioni. “Tu non vuoi essere innamorata, ma vuoi essere innamorata in un film, come dice Valerie Wright a Meg Ryan nel film Insonnia D’Amore.

Si può essere felicemente sposati – Misterioso Omicidio a Manhattan (1993)

Una reunion tra Allen e Keaton dopo quattordici anni a Manhattan per questo film che, come una sorta di sequel di Io e Annie, si chiede come sarebbe stato se Alvy Singer e Annie Hall fossero felicemente sposati. Non sorprende che gran parte della sceneggiatura provenga infatti da bozze in disuso per il film degli anni ‘70. Misterioso Omicidio a Manhattan racconta la vita della coppia quando una vicina di casa muore apparentemente di infarto. Si tratta di un giallo amatoriale che in realtà serve solo come scusa per vedere questi due attori stellari prendersi gioco di nuovo l’uno dell’altro.

Un matrimonio felice non significa necessariamente serenità. Ci saranno conflitti; per esempio, Larry non vuole che sua moglie indaghi, credendo che i muri esistano per un motivo. Insieme alla trama contorta, la sua paranoia rispetto alla sua natura testarda fornisce alla trama la sua principale fonte di conflitto. Tuttavia, dal modo in cui si guardano e si parlano, si vede che sono una coppia complice e innamorata: nonostante siano sposati da tanto tempo e una donna sia misteriosamente morta nella stanza accanto a loro.

A volte l’amore resta legato a un luogo – Manhattan (1979)

Quando la gente pensa a Woody Allen, di solito pensa a New York. La Grande Mela, e in particolare Manhattan, rappresenta un luogo di spettacolo, immortalato nei drammi in costume degli anni ’30, musical, commedie e thriller nel corso degli anni. Allen ha sempre subito il fascino della sua città dove ha realizzato alcuni dei suoi film più belli e con questo film ha collaborato con Gordon Willis per fotografarla nel modo più perfetto possibile.

In bianco e nero sulle note composte da George Gershwin, Manhattan è una lettera d’amore per la città che modella le storie raccontate dal regista. Le migliori scene del film sono quelle che collocano Manhattan come personaggio all’interno del film. Che sia sedersi su una panchina e guardare l’Hudson, fare una passeggiata attraverso Central Park o mangiare all’Empire Diner sulla West 22nd Street, le immagini indelebili di Manhattan sono diventate così iconiche da essere passato nel regno della cultura popolare. Qui Allen dimostra che il luogo e il romanticismo sono inestricabilmente legati e che quanto più si diventa specifici del luogo, tanto più universale il romanticismo può essere.

 

L’amore può essere agrodolce – Io e Annie (1977)

L’indiscutibile capolavoro di Woody Allen. Quasi nessun altro grande film americano può vantare una struttura così straordinaria nel raccontare una storia d’amore. L’uso della narrativa non lineare che a volte sembra un viaggio a ruota libera attraverso la mente del protagonista Alvy Singer, è stata una scelta perfetta per rappresentare i modi in cui la memoria ricostruisce i momenti d’amore per individuare quei punti esatti in cui si verifica. Sotto questo aspetto, diventa una delle migliori rappresentazioni dell’amore agrodolce nella storia del cinema; dimostrando che è impossibile comprendere appieno l’oggetto del tuo desiderio e che è impossibile cambiare completamente per accogliere il tuo partner.

L’amore è pieno di compromessi, di tolleranza dei gusti strani dell’altro, di trasferirsi in piccoli appartamenti per cercare di far funzionare le cose, di bilanciare la propria vita con quella di un altro e, a volte, di realizzare lentamente che, nonostante gli sforzi, alcune storie d’amore semplicemente non sono destinate a esserlo.

* Giornalista pubblicista, laureata al DAMS, ama il cinema e viaggiare. Scrive di film, serie tv e viaggi per varie testate, coltivando anche un lato social tra Instagram e Youtube. Multitasking e curiosa, lavora in varie forme nel settore della comunicazione. Si rilassa guidando, correndo all’aperto e suonando il banjo, o almeno ci prova.

 

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